Non solo Green economy. La finanza sostenibile punta ora sui Blue Bond, le obbligazioni legate alla sostenibilità dell’economia del mare, delle coste e dei grandi parchi marini.
A rivelarlo a Filippo Addarii, socio fondatore e CEO di PlusValue, boutique di consulenza fondata a Londra nel 2015 e specializzata nella “rigenerazione”, con un focus particolare su innovazione e sostenibilità. Filippo Addarii è anche professore in Finance and Ethics presso l’Istituto di Finanza e Tecnologia allo University College di Londra.
“PlusValue – spiega Addarii – supporta grandi attori di mercato privati ed enti pubblici a sbloccare il loro potenziale di rigenerazione e a stabilire nuovi modelli di crescita sostenibile inclusivi. La rigenerazione sostenibile è un visione specifica del business. Significa valorizzare beni esistenti, spesso “distressed” o ignorati dal mercato, trovando una sintesi tra rendimento e sostenibilità.
E’ in questo contesto che è nata l’idea del Blue Bond, un’obbligazione concepita per finanziare investimenti sulla risorsa-mare e riservata a investitori istituzionali, con particolare riguardo alle grandi istituzioni sovranazionali come per esempio la Banca Mondiale tramite il suo nuovo fondo per il clima “Loss and Damage” di 700 miliardi di dollari lanciato al COP28 lo scorso dicembre.
Il modello di riferimento è quello dei Green Bond, le obbligazioni per la transizione energetica e la decarbonizzazione”. Il primo banco di prova per i Blue Bond, spiega Addarii, saranno progetti per la valorizzazione economica delle Isole Maldive: “Le Maldive possiedono una delle più grandi risorse naturali ignorante dal mercao: la barriera corallina. Stiamo lavorando con l’Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile (UNDP) e il governo delle Maldive – dice Addarii – per lanciare un’obbligazione che servirà valorizzazione di aree marine protette in tutto l’arcipelago attraverso investimenti e attività economiche sostenibili ed eco-compatibili a partire da pesca e turismo.
Ma il modello che stiamo elaborando va ben oltre le Isole Maldive: si tratta di una nuova forma di debito allineato con gli obiettivi di crescita sostenibile che l’Unione europea e i principali investitori istituzionali sostengono e che può essere replicato ovunque il mare sia considerato come una risorsa, in particolare nell’area del Mediterraneo, Italia compresa”.
Addarii è un imprenditore di lungo corso e soprattutto un consulente strategico: da oltre venti anni elabora e guida progetti di innovazione che coniugano sviluppo sostenibile e impatto sociale. . “Il nostro è un approccio multi-stakeholder – spiega Filippo – cioè focalizzato non solo sulle esigenze del cliente, ma su quelle di tutti i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti in un progetto”.
Gli esempi non mancano, sia all’estero che in Italia: dal project financing per l’ospedale di Treviso al nuovo distretto per l’innovazione a Milano (ex area Expo 2015), fino ad arrivare al progetto di rigenerazione della stazione ferroviaria di Euston a Londra, un progetto di 10 miliardi guidato dallo sviluppatore privato Lendlease di cui Plusvalue è consulente: “A Londra stiamo esplorando la possibilità di lanciare il primo social bond per investitori qualificati per finanziare l’operazione a tassi agevolati in cambio di un piano che prevenga la gentrificazione e che, invece, attui forme di condivisione del valore con gli abitanti di una delle comunità più disagiate della città.
Più in generale, abbiamo sviluppato progetti molto importanti di sostenibilità con grandi multinazionali, banche, e fondazioni filantropiche”.
Il mercato di riferimento di Addarii, come evidenzia il progetto Blue Bond alle Maldive, non è solo quello delle imprese private ma anche quello delle istituzioni governative e sovranazionali: PlusValue, la sua società di consulenza londinese che oggi aha sede anche a Milano, ha sviluppato operazioni con le Nazioni Unite, con il Governo inglese ed è spesso interpellato dalla Commissione Europea sullo sviluppo di progetti focalizzati sull’innovazione, sull’impatto sociale e sulla finanza sociale e sostenibile. “L’Inghilterra è un paese estremamente sensibile a queste tematiche – aggiunge Addarii – ma anche l’Italia sembra aver capito molto bene l’importanza strategica di progetti che sappiano coniugare innovazione, sostenibilità e impatto sociale.
Le risorse pubbliche sono scarse, ma si tratta di un terreno su cui ha garantito interesse e impegno anche il nuovo governo: con il project financing e il coinvolgimento delle comunità locali, per esempio, si potrebbero sviluppare e finanziare progetti di risanamento e ristrutturazione di infrastrutture strategiche e di grande interesse pubblico e sociale come le reti idriche, il cui stato di dissesto è a livelli di emergenza”.